Wednesday 17 July 2013

La 39esima partita

Sfidando i confini geografici e temporali, la Premier League, campionato inglese, prepara un'idea folle nella sua razionalità.

The 39th game,
la partita extra, fuori dal calendario convenzionale e da giocare all'estero. Una sorta di incontro-esibizione da mettere in scena al Giants Stadium di New York, dentro l'immenso Bung Karno di Giakarta o dovunque nel mondo ci siano appassionati di calcio. Tutto pagato profumatamente dagli sponsor, of course, e con buona pace del tifoso domestico.

La proposta, avanzata nel 2008 dal direttore esecutivo della Premier Richard Scudemore e messa prudentemente nel cassetto (Platini la bollò come 'ridicola', salvo poi pochi anni dopo avanzare lui stesso la proposta dell'Europeo di calcio 'itinerante' in 13 paesi diversi), si sta riaffacciando prepotentemente questa estate.

Già perché secondo i piani espansionistici, e fortemente lucrativi, della Premier questo sarebbe dovuto essere l'anno per lanciare ufficialmente la partita extra di un calendario già fittissimo d'impegni. Da giocare in un weekend di Gennaio 2014 in cinque città diverse, dal Nord America all'Asia, senza sovrapposizioni di orari per accontentare non tanto lo spettatore, ma il tele-spettatore e gli investitori stranieri.

I britannici, inventori di questo sport e così attaccati alle tradizioni, sdoganerebbero così anche l'ultima delle consuetudini legate ad un campionato di calcio, cioè che ogni squadra affronti i propri i rivali due volte nel giro di un anno.

Da convincere restano i dirigenti della FA (Football Association) riluttanti a questa commercializzazione estrema del prodotto calcio. Innovazione e investimenti contro tradizione e attenzione al tifoso.

Un contrasto che un paio di stagioni fa si è tradotto in scontro aperto quanto proprio i massimi dirigenti della Premier League non dettero un appoggio incondizionato alla candidatura dell'Inghilterra per ospitare i Mondiali del 2018, che vennero assegnati alla Russia. La materia del contendere si sospetta sia stata proprio il mancato accordo sulla fatidica partita numero 39.

Conti alla mano il movimento calcistico inglese ha scoperto che per competere con la concorrenza tedesca, spagnola e dei 'nuovi ricchi' francesi, rappresentati dal PSG e dal Monaco, bisogna puntare sul mercato extra europeo.

La vendita fuori dai confini Europei dei diritti Tv fino al 2016 frutterà circa 5 miliardi di sterline contribuendo a rafforzare il predominio economico dei club inglesi, che, secondo la ultima indagine pubblicata da Deloitte, nel 2012 sono risultati i più ricchi del pianeta, con un profitto di circa 2,36 miliardi di sterline.

E se è vero che in questa estate già 12 delle 20 squadre che parteciperanno al prossimo campionato sono in tour in diverse parti del mondo (il Manchester United tra Thailandia, Australia e Giappone, il Tottenham è negli Stati Uniti mentre Mourinho e il Chelsea gireranno e giocheranno in Malesia e Indonesia) l'idea del 39th game è stata rilanciata con forza.

Supportata anche dai bagni di folla che accolgono le stelle e persino i comprimari delle squadre inglesi. In Asia è vera Premier League mania, tanto che un quindicenne di Saigon tifoso del Arsenal ha inseguito il bus dei suoi campioni preferiti per circa 15 minuti, non riuscendo a trattenere l'emozione per il fatto che i Gunners saranno la prima squadra inglese nella storia a giocare una partita in Vietnam questo weekend.

Il calcio inglese spopola già da tempo a migliaia di chilometri di distanza da dove è nato.


Per la soddisfazione dei club che si vedono corrisposti contratti di sponsor onerosi e per buona pace dei tifosi britannici, ormai abituati a sincronizzare gli orologi sul fuso orario di Tokyo per seguire le amichevoli dei propri idoli.

Presto, per la stagione 2013-2014 non se ne fa nulla perché i calendari sono già usciti ma la prossima chissà, però potrebbero dover farlo anche per una giornata ufficiale della Premier League.

Accontentandosi di andare allo stadio, sempre che possano permettersi il biglietto, il cui prezzo ha raggiunto lo scorso anno vette esorbitanti (62 sterline era il prezzo minimo per assistere ad un Arsenal - Manchester City), per le 'altre' 38 partite.

Laddove ci sono i soldi non c'è tradizione che tenga. Gli inglesi sono (diventati) maestri anche in questo.


Per saperne di più: 
1. Deloitte Annual Review of Football Finance (2013)
2. The 39th Game: Premier League plays at imperialism (libro del 2008)

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